Come scriveva il filosofo Adorno, ciò che caratterizza la bellezza è la capacità di conservare in sé nella forma stessa dell’opera d’arte, la memoria di tutto ciò che il mondo, dominato dal principio di identità, ha rimosso e represso, vale a dire il dolore e la sofferenza dei vinti. Passate le due guerre del secolo scorso, si è arrivati alla convinzione che la bellezza debba assumere anche una funzione innanzitutto etica, diventando testimonianza di tutto ciò che per la sua insensatezza non può essere detto né spiegato e che proprio l’arte deve mantenere, appunto conservandone il ricordo.
Quasi trent’anni di carriera nel mondo della Bellezza mi hanno insegnato che arriva un momento in cui bisogna far incrociare queste strade, in cui Arte, impegno etico ed estetico trovino un compromesso irrinunciabile: due anni di pandemia mondiale hanno dato l’impulso e la spinta decisiva perché questo progetto trovasse la maniera di nascere sotto i migliori auspici.
Nel nostro lavoro entriamo a contatto giornalmente con la pelle; si parla continuamente di ricerca e di sperimentazione: quello che facciamo ogni giorno è trovare tecniche innovative che ci renderanno unici nel campo della dermopigmentazione.
Quattro specializzazioni, tatuaggio artistico, tatuaggio paramedicale, trucco permanente, tricopigmentazione: quattro tecniche all’avanguardia applicate alla cura estetica dell’occhio-sopracciglio, delle labbra, del seno, della pelle e del cuoio capelluto che hanno fatto da filo conduttore per gli artisti, ispirandone la scelta dei “soggetti” da ritrarre, reinterpretando la passione di questo lavoro, racchiudendo nell’opera l’“impressione” di ogni vita e suggerendone nuove prospettive future.
Ridisegnare e ridare vita con estro e colore alla pelle, curarne inestetismi e cicatrici, esaltarne la bellezza delle sfumature degli occhi, delle labbra, della testa: è il pigmento il nostro fedele compagno di viaggio.
Per mezzo del pigmento possiamo evocare volumi, conferire profondità, giocare con i chiaro-scuri, divertirci con le ombreggiature. Tutto questo è dermopigmentazione, un mondo che riesce a suscitare continue emozioni.
Se la dermopigmentazione è la tecnica estetica per restituire colore e forma alla Bellezza intaccata dal tempo, dal dolore e dalla sofferenza, l’Arte è la soluzione per guardare con fiducia e speranza all’avvenire e per lasciare un segno indelebile.
Artisti, scultori, pittori, fotografi hanno collaborato a questo progetto, trovando ispirazione nel mio lavoro e nel racconto delle storie vissute dai miei pazienti. Hanno suggellato in un’opera gli sguardi, le ombre, i sorrisi, il colore che ore ed ore di lavoro hanno saputo restituire.
È il mio modo di dire grazie al mondo della Bellezza e alla Bellezza del mondo, all’Arte e alla “mia” arte, perché, in fondo, ho imparato che esile è “il filo che separa l’esperienza della bellezza da altre forme di passione” (U.Eco).
Noi imprenditori siamo i custodi del domani. Che ci piaccia o meno, abbiamo la responsabilità di dar vita a cambiamenti duraturi nel business e nella società», ha detto una volta Scott Monette, imprenditore di successo.
Custode del domani attraverso l’arte, attraverso quella peculiare sensibilità nel saper cogliere i cambiamenti del mondo. Un’opera artistica è il frutto della collaborazione di un committente, di un artista e di tutto il mondo che ci circonda. Significa guardare il mondo con gli stessi occhi.
Nel Cinquecento Leonardo da Vinci, Genio Universale Insuperato, amava definirsi «omo sanza lettere», tant’è che si pensa che non fosse in grado di scrivere personalmente una lettera di referenze per candidarsi ad un posto di lavoro. Elaborò il primo curriculum moderno facendosi aiutare, chiedendo in giro ad amici, e realizzando alla fine un elenco delle sue capacità da inviare al suo mecenate, Ludovico il Moro, erede degli Sforza e Signore di Milano, alle cui dipendenze rimarrà per vent’anni per sfuggire all’angusto ambiente fiorentino che sentiva sempre più stretto. Promise in dieci punti le sue abilità in un’epistola di autocanditatura rimasta celebre alla storia: si proponeva nei primi nove punti di costruire macchine da guerra, opere civili d’ingegneria, ponti, strade, edifici imponenti, ma lasciò all’ultimo punto il decimo, la sua ultima offerta di collaborazione più importante: In tempo di pace … conducerò in sculptura di marmore, di bronzo et di terra, similiter in pictura, ciò che si possa fare ad paragone de onni altro, et sia chi vole. Ancora si poterà dare opera al cavallo di bronzo, che sarà gloria immortale et eterno onore de la felice memoria del Signor vostro patre et de la inclita casa Sforzesca.
In tempo di pace…Realizzerò qualsiasi opera sia in forma di scultura di marmo, bronzo e terracotta, sia in forma pittorica. Si potrà infine porre mano alla realizzazione del cavallo di bronzo che darà gloria immortale e onore eterno alla memoria del vostro Signor padre e della nobile casata degli Sforza.
Leonardo si trasferirà a Milano e rimarrà lì per tutti quegli anni celebrando la grandezza degli Sforza nelle opere monumentali del Castello Sforzesco, ma di quel cavallo di bronzo cosa resta? Restano ad oggi solo i Disegni di studio, conservati nel Castello di Windsor della Regina Elisabetta II, un’idea sulla carta diventata opera d’arte ma da quel progetto nasceranno nel periodo milanese altre opere tra cui la più importante di tutte: l’Ultima cena, l’affresco capolavoro dell’ Umanità, patrimonio artistico culturale mondiale.
Partecipare al processo artistico, entrare nel cerchio della “creazione artistica” significa questo: lasciare traccia di sé, del nostro passaggio su questa Terra, significa – oggi più mai – cogliere l’opportunità di essere protagonista del nostro Tempo. Creatori dell’Oggi e custodi del Domani.